Associazioni non riconosciute

Alberto Cavallaro
25 Novembre 2015

Il diritto di associazione è tutelato dalla Carta Costituzionale. L'articolo 18 prevede che i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente e senza autorizzazione, prevedendo nello stesso dettato costituzionale le limitazioni a tale libertà. Le associazioni possono acquisire la personalità giuridica che consente di qualificarle come “associazioni riconosciute”. Si parla di “associazioni non riconosciute” qualora non vengono effettuate le procedure necessarie al riconoscimento. La Costituzione, oltre che tutelare, promuove e favorisce l'associazionismo, qualora esso abbia come fine lo svolgimento di attività di interesse generale, attraverso l'attività degli Enti pubblici locali (art. 118 Cost.). Le associazioni non riconosciute appartengono inoltre al sistema di Enti che svolgono attività non commerciale che sono oggetto di regolamentazione delle norme tributarie. In particolare nell'ordinamento tributario coesistono norme agevolative e norme restrittive per non consentire abusi e violazioni delle agevolazioni concesse. Per ottenere le agevolazioni le associazioni non riconosciute, così come altri enti non commerciali, devono svolgere le attività a carattere non commerciali, almeno non prevalentemente, e senza il fine ultimo di lucro che caratterizza le imprese commerciali; inoltre le associazioni devono adempiere a dichiarazioni e comunicazioni specifiche.
Introduzione

Il diritto di associazione è tutelato e favorito dalla Costituzione della Repubblica Italiana agli articoli 18 e 118. L'articolo 18 prevede che i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente e senza autorizzazione.

La Costituzione favorisce l'associazionismo, qualora esso abbia come fine lo svolgimento di attività di interesse generale, attraverso l'attività degli Enti pubblici locali (art.118).

Le uniche limitazioni previste dalla Costituzione all'associazionismo sono relative ad attività vietate dalle norme penali. Sono inoltre proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.

Divieto all'associazionismo (Costituzione)

Svolgimento di attività vietate dalle norme penali.

Associazioni segrete.

Associazioni con scopi politici tramite organizzazioni di carattere militare.

Le associazioni possono acquisire la personalità giuridica che consente di qualificarle come “associazioni riconosciute”. Si parla di “associazioni non riconosciute” qualora non vengono effettuate le procedure necessarie al riconoscimento.

La normativa prevista dal Codice civile per il fenomeno dell'associazionismo non comprende tutte le fattispecie che sono state successivamente regolamentate da leggi speciali, ma suddivide le categorie di associazioni riconosciute e quelle non riconosciute.

Associazioni riconosciute

Codice civile, Libro Primo, Titolo II, Capo II, Articoli da 14 a 35

Associazioni non riconosciute

Codice civile, Libro Primo, Titolo II, Capo III, Articoli da 36 a 42

Le associazioni appartengono al sistema di enti che svolgono attività non commerciale che sono oggetto di regolamentazione delle norme anche tributarie.

Il panorama degli enti non commerciali (o no profit) si compone di molteplici tipologie di soggetti, oltre alle associazioni riconosciute e non, quali:

  • Le Onlus;
  • Le organizzazioni di volontariato;
  • Le associazioni di promozione sociale;
  • Le fondazioni;
  • Gli enti ecclesiastici;
  • Le pro-loco;
  • I comitati;
  • Le cooperative sociali (Onlus di diritto ai sensi della legge n. 381/1991).

A queste si aggiungono inoltre le associazioni e società sportive attratte con determinati requisiti, nel mondo degli enti no profit.

In particolare nell'ordinamento tributario coesistono per i vari soggetti norme agevolative e norme restrittive per non consentire abusi e violazioni delle agevolazioni concesse.

Per ottenere le agevolazioni, le associazioni non riconosciute, così come altri enti non commerciali, devono svolgere le attività a carattere non commerciali, o almeno non prevalentemente commerciale, e senza il fine ultimo di lucro che caratterizza le società commerciali; inoltre le associazioni devono adempiere a dichiarazioni e comunicazioni specifiche.

Costituzione

A differenza delle associazioni riconosciute, la normativa non prevede una particolare formalità per la costituzione. È possibile quindi anche la costituzione in forma orale o di scrittura privata. Per rispondere ai requisiti necessari per accedere alle agevolazioni fiscali è inoltre necessario procedere all'atto pubblico o alla registrazione dell'atto costitutivo e dello statuto anche per delineare le attività istituzionali dell'ente che non rappresenteranno attività commerciale ai sensi dell'articolo 148 del TUIR.

I due documenti atto costitutivo e statuto possono essere redatti in un unico documento in cui il primo identifica il tipo di ente che gli associati si apprestano a costituire e lo statuto che regolamenta le norme di funzionamento dell'organizzazione.

Il Codice civile non pone particolari vincoli al contenuto dell'atto costitutivo e dello statuto dell'associazione non riconosciuta prevedendo solamente che in base agli accordi degli associati vanno regolamentati i sistemi di amministrazione e l'ordinamento interno. Alcune indicazioni sono necessarie per gli adempimenti amministrativi quali ad esempio la richiesta del codice fiscale al locale ufficio dell'Agenzia delle Entrate.

In base a quanto previsto per le associazioni (riconosciute e non) e dalle norme fiscali lo statuto di un'associazione dovrà contenere le indicazioni su:

Informazioni anagrafiche tra cui:

La denominazione

La sede

I soci costituenti (nell'atto costitutivo)

Lo scopo dell'associazione

L'oggetto e le attività dell'associazione

I requisiti dei soci (eventuali)

Le regole sull'ordinamento interno e sull'amministrazione, tra cui:

Gli organi sociali, il funzionamento e le modalità di nomina

L'ammissione dei soci

L'esclusione dei soci

La formazione e le modalità di deliberazione dell'assemblea

La rappresentanza in assemblea

La contribuzione degli associati

La redazione del rendiconto consuntivo e eventualmente del bilancio preventivo

L'amministrazione dell'associazione

I libri sociali e la tenuta degli stessi

La gestione del fondo comune e del patrimonio

Le modalità dello scioglimento dell'associazione

Il comma 8 dell'articolo 148 del TUIR prevede che un ente associativo possa essere definito non commerciale qualora abbia inserito nell'atto costitutivo o nello statuto le seguenti clausole:

a) divieto di distribuire anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione nonché fondi, riserve o capitale durante la vita dell'associazione, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte dalla legge;

b) obbligo di devolvere il patrimonio dell'ente, in caso di suo scioglimento per qualunque causa, ad altra associazione con finalità analoghe o ai fini di pubblica utilità, sentito l'organismo di controllo di cui all'art. 3, comma 190, della L. 23 dicembre 1996, n. 662, e salvo diversa destinazione imposta dalla legge;

c) disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalità associative volte a garantire l'effettività del rapporto medesimo, escludendo espressamente la temporaneità della partecipazione alla vita associativa e prevedendo per gli associati o partecipanti maggiori d'età il diritto di voto per l'approvazione e le modificazioni dello statuto e dei regolamenti e per la nomina degli organi direttivi dell'associazione;

d) obbligo di redigere e di approvare annualmente un rendiconto economico e finanziario secondo le disposizioni statutarie;

e) eleggibilità libera degli organi amministrativi, principio del voto singolo di cui all'art. 2532, comma 2, del codice civile, sovranità dell'assemblea dei soci, associati o partecipanti e i criteri di loro ammissione ed esclusione, criteri e idonee forme di pubblicità delle convocazioni assembleari, delle relative deliberazioni, dei bilanci o rendiconti; è ammesso il voto per corrispondenza per le associazioni il cui atto costitutivo, anteriore al 1° gennaio 1997, preveda tale modalità di voto ai sensi dell'art. 2532, ultimo comma, del codice civile e sempreché le stesse abbiano rilevanza a livello nazionale e siano prive di organizzazione a livello locale;

f) intrasmissibilità della quota o contributo associativo ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non rivalutabilità della stessa.

Organi sociali

Le associazioni non riconosciute non hanno una tipologia di governance predeterminata dal Codice civile. La normativa prevede solamente che gli accordi degli associati regolamentino l'ordinamento interno e l'amministrazione dell'ente.

I modelli più diffusi prevedono comunque una struttura comparabile con il sistema di governance di tipo tradizionale basato sui seguenti organi sociali:

  • L'assemblea degli associati;
  • L'organo amministrativo (consiglio direttivo);
  • Il presidente dell'associazione con poteri di rappresentanza.

In base alla struttura stessa dell'associazione può essere opportuno prevedere la nomina di altre figure di controllo e di amministrazione quali:

  • Il consiglio di presidenza e/o
  • Il comitato esecutivo (soprattutto nei casi di direttivo composto da molte persone)
  • Il collegio dei probiviri
  • Il vice presidente
  • Il tesoriere
  • Il segretario.

Questi ultimi spesso indicati non come veri e propri organi dell'associazione, ma come funzioni da assegnare a soggetti presenti negli organi amministrativi, delineandone comunque le competenze nello statuto.

Nei casi in cui le associazioni gestiscano fondi pubblici o privati di consistente entità può essere opportuna, pur se non obbligatoria, la nomina di un revisore contabile o di un collegio sindacale. In tal caso lo statuto può riservare all'assemblea la decisione sulla nomina e sui poteri.

Libri sociali e registri

La tenuta dei libri sociali per le associazioni non riconosciute non è disciplinata dalla normativa civilistica che rinvia agli accordi tra gli associati, ma ai fini di eventuali verifiche interne ed esterne all'associazione è opportuno che gli amministratori redigano i verbali delle decisione dell'associazioni. I libri sociali che opportunamente vanno tenuti sono:

  • Libro soci;
  • Libro verbali dell'assemblea dei soci;
  • Libro verbali dell'organo o degli organi amministrativi;
  • Libro verbali dell'organo o degli organi di controllo (se istituiti).

Relativamente ai registri contabili, le associazioni sottostanno alle norme tributarie che a determinate condizioni prevede particolari semplificazioni di tenuta.

In generale, risulta opportuno la tenuta di un registro delle entrate e delle uscite necessario per la redazione del rendiconto annuale da sottoporre all'assemblea dei soci per l'approvazione.

Oggetto dell'associazione

Il campo di attività delle associazioni è molto ampio e riguarda principalmente le attività alla persona o alla collettività in generale. Non è preclusa alle associazioni lo svolgimento di particolari attività, pur nel rispetto della specifica normativa propria dell'attività esercitata. Così, ad esempio, lo svolgimento dell'attività commerciale che l'associazione può esercitare rispettando gli adempimenti civilistici e fiscali propri di tale attività.

In linea generale il fenomeno associativo svolge le funzioni di coinvolgere soggetti nelle attività hobbistiche non professionali, ovvero svolgere le attività di tutela e valorizzazioni di beni e servizi comuni con finalità di rilevanza sociale.

Un elenco (sicuramente non esaustivo) dei settori di attività può essere così classificato:

  • Attività culturali;
  • Attività ricreative;
  • Attività artistiche;
  • Attività di ricerca;
  • Attività di formazione;
  • Attività di assistenza sociale;
  • Attività sportive;
  • Attività di tutela dell'ambiente;
  • Attività a tutela del patrimonio artistico;
  • Attività di sostegno economico a privati e imprese;
  • Attività di integrazione culturale;
  • Attività sindacali e politiche;
  • Attività religiose;
  • Attività per la tutela dei diritti;
  • Attività a tutela delle tipicità locali.

Responsabilità per le obbligazioni (anche tributarie)

Tra le poche norme del Codice civile va analizzata con attenzione la previsione dell'articolo 38. Tale norma prevede che, a tutela delle obbligazioni contratte verso i terzi, risponda il fondo comune dell'associazione, ma che delle obbligazioni stesse rispondono anche personalmente e solidalmente le persone che hanno agito in nome e per conto dell'associazione.

La differenza importante rispetto ad altre associazioni che ottengono il riconoscimento di legge è quindi l'assenza, per le associazioni non riconosciute, di un'autonomia patrimoniale perfetta. Il fondo patrimoniale dell'ente risponde in via principale per le obbligazioni, ma sussidiariamente e solidalmente ne rispondono anche i soggetti che hanno agito in nome e per conto dell'associazione.

Aspetti fiscali

Le associazioni e gli altri enti no profit godono di un regime fiscale agevolato qualora rispondano a due requisiti:

  • contengano nello statuto le clausole sopra previste;
  • l'attività svolta non sia prevalentemente commerciale.

Se un'associazione svolge per la maggior parte del suo periodo di imposta e in modo prevalente una attività commerciale, perde la sua qualifica e vedrà rientrare la sua attività commerciale nelle ordinarie norme fiscali.

La distinzione tra attività commerciale ed attività istituzionale è determinata in base alla previsione statutaria e alle modalità di remunerazione delle attività svolte. Tale distinzione viene evidenziata dall'articolo 149 del TUIR che prevede che l'ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora:

eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo d'imposta che può essere caratterizzata qualora:

si evidenzi la prevalenza delle immobilizzazioni relative all'attività commerciale, al netto degli ammortamenti, rispetto alle restanti attività;

si evidenzi la prevalenza dei ricavi derivanti da attività commerciali rispetto al valore normale delle cessioni o prestazioni afferenti le attività istituzionali;

si evidenzi la prevalenza dei redditi derivanti da attività commerciali rispetto alle entrate istituzionali, intendendo per queste ultime i contributi, le sovvenzioni, le liberalità e le quote associative;

si evidenzi la prevalenza delle componenti negative inerenti all'attività commerciale rispetto alle restanti spese.

Rispetto agli enti commerciali, le associazioni godono di agevolazioni fiscali. In base alle disposizioni degli articoli 143 e seguenti del TUIR il reddito degli enti non commerciali è formato da:

  • reddito fondiario;
  • redditi di capitale;
  • redditi diversi;
  • redditi d'impresa.

In evidenza: svolgimento di attività istituzionale e commerciale

Gli enti che svolgono le attività commerciali hanno l'obbligo di tenere la contabilità separata. Su tale obbligo si è espressa l'Agenzia delle Entrate che con Risoluzione 13 marzo 2002 n. 86/E ha previsto che “La tenuta di un unico impianto contabile e di un unico piano dei conti, strutturato in modo da poter individuare in ogni momento le voci destinate all'attività istituzionale e quelle destinate all'attività commerciale, non è di ostacolo all'eventuale attività di controllo esercitata dagli organi competenti.
La tenuta di una contabilità separata non prevede, infatti, l'istituzione di un libro giornale e di un piano dei conti separato per ogni attività, essendo sufficiente un piano dei conti, dettagliato nelle singole voci, che permetta di distinguere le diverse movimentazioni relative ad ogni attività”.

Lo stesso articolo prevede inoltre che:

Art.143 c.1 TUIR: … “non si considerano attività commerciali le prestazioni di servizi non rientranti nell'art. 2195 del codice civile rese in conformità alle finalità istituzionali dell'ente senza specifica organizzazione e verso pagamento di corrispettivi che non eccedono i costi di diretta imputazione”.

Per la non commercialità devono essere rispettati i seguenti requisiti:

  • i corrispettivi citati dalla norma devono derivare esclusivamente da prestazioni di servizi, escludono quindi le cessioni di beni e non rientranti nelle attività di cui all'articolo 2195 del c.c.:

Attività rientranti nell'art. 2195, c.c.

- attività industriale volta alla produzione di beni;

- attività di intermediazione nella circolazione dei beni;

- attività di trasporto per terra, per acqua e per aria;

- attività assicurativa;

- altre attività ausiliarie alle precedenti.

  • le attività devono rientrare in quelle istituzionali, descritte nello statuto e nell'atto costitutivo;
  • le attività devono essere svolte senza l'ausilio di specifica organizzazione e cioè con l'assenza di mezzi ad essa dedicati;
  • i corrispettivi conseguiti devono remunerare solamente i costi sostenuti per il sostenimento delle prestazioni.

Il comma 2 dello stesso articolo prevede un'ulteriore esclusione nelle seguenti fattispecie:

a) le raccolte occasionali di fondi

Effettuate occasionalmente anche mediante offerta di beni di modico valore o di servizi ai sovventori , in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze, o campagne di sensibilizzazione.

b) raccolta di contributi pubblici

I contributi corrisposti dalle amministrazioni pubbliche per lo svolgimento di attività in convenzione o accreditamento utilizzati per la realizzazione di attività socialmente rilevanti.

In entrambi i casi vi è l'obbligo per l'associazione di elaborare un apposito rendiconto.

Condizioni della raccolta pubblica di fondi

Raccolte “pubbliche”, ossia proposte al pubblico.

Iniziative occasionali.

Anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori.

In concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione.

Modalità di rendicontazione (art. 20 D.P.R. n. 600/1973)

Separato dal rendiconto obbligatorio annuale.

Diversificato per ciascuna attività di raccolta fondi.

Integrato con una relazione illustrativa sulla raccolta di fondi.

Entro quatto mesi dalla chiusura dell'esercizio.

Le raccolte pubbliche di fondi e i contributi per lo svolgimento convenzionato di attività sono esenti dall'imposta di valore aggiunto e da ogni altro tributo ai sensi dell'articolo 2 co. 2 del D.Lgs. 4 dicembre 1997 n. 460.

L'articolo 148 del TUIR dispone che per gli Enti associativi non è considerata come svolgimento di attività commerciale l'attività conforme alle finalità istituzionali, svolta nei confronti di associati all'associazione o di altre associazioni e dei loro associati, che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale , anche se effettuata con il pagamento di una somma aggiuntiva oltre la quota sociale che copra i costi di diretta imputazione dell'attività.

Sono inoltre considerate non commerciali le cessioni, anche a terzi, di pubblicazioni proprie cedute prevalentemente agli associati.

Al contrario, sono sempre considerate commerciali le seguenti attività:

  • cessioni di beni e

    le

    prestazioni

    di

    servizi

    agli

    associati

    o partecipanti

    verso

    pagamento

    di

    corrispettivi

    specifici, per le attività rientranti nell'articolo 2195 del codice civile, sopra evidenziate;

  • cessioni di beni nuovi prodotti per la vendita;

  • somministrazione di pasti;

  • erogazione di acqua, gas, energia elettrica e vapore;

  • prestazioni alberghiere, di alloggio, di trasporto e di deposito;

  • prestazioni di servizio portuale e aeroportuale;

  • gestione di spacci aziendali e di mense;

  • organizzazioni di viaggi e soggiorni turistici;

  • gestione di fiere ed esposizioni a carattere commerciale;

  • pubblicità commerciale;

  • telecomunicazioni e radiodiffusioni circolari.

Il regime forfettario per gli enti non commerciali

Gli enti non commerciali possono adempiere agli obblighi contabili e fiscali in maniera semplificata utilizzando il metodo forfettario previsto dall'articolo 145 del testo unico imposte sui redditi.

Il regime forfettario riguarda tutti gli enti non commerciali associativi, fondazioni, enti religiosi, Ipab e si riferisce a proventi commerciali che non superano i limiti fissati dall'articolo 18 del D.P.R. n. 600/1973 (fino a euro 400.000 per prestazioni di servizi e fino ad euro 700.000 per altre attività).

L'esercizio dell'opzione per il regime forfettario si esercita nella dichiarazione annuale dei redditi e ha effetto dall'inizio del periodo d'imposta nel quale è esercitata, fino a quando non è revocata e comunque per un triennio; anche la revoca si esercita con la dichiarazione dei redditi ed ha effetto dall'inizio del periodo d'imposta nel corso del quale la dichiarazione è stata presentata.

Per gli enti che iniziano l'esercizio dell'attività di impresa l'opzione viene esercitata con la dichiarazione di inizio attività presentata ai sensi dell'articolo 35 del D.P.R. 633/1972.

Il regime forfettario consiste nel determinare il reddito d'impresa mediante l'applicazione di coefficienti di redditività; nella determinazione del reddito imponibile al reddito forfettario andranno sommate le plusvalenze patrimoniali, le sopravvenienze attive, i dividendi e interessi e proventi immobiliari.

Coefficienti di redditività (art. 145, TUIR)

Prestazioni di servizi

Fino a euro 15.493, 71

15%

Da euro 15.493,71 a euro 400.000

25%

Altre attività

Fino a euro 25.822,84

10%

Da euro 25.822,84 a euro 700.000

15%

Nel caso vengano svolte entrambe le tipologie di attività il coefficiente applicato sarà quello dell'attività prevalente, ovvero i rispettivi coefficienti qualora si effettui una distinta annotazione dei ricavi. Per le scritture contabili dei soggetti che operano per la determinazione forfettaria del reddito valgono le regole stabilite dall'articolo 18 D.P.R. n. 600/1973.

Regime ex lege 16 dicembre 1991, n. 398

La Legge n. 66/1992 di conversione al D.L. n. 417/1991 ha esteso alle associazioni senza fine di lucro e alle pro-loco il regime tributario previsto dalla Legge n. 398/1991 relativo alle associazioni sportive dilettantistiche.

Il regime citato prevede che:

  • le associazioni con proventi dell'attività commerciale inferiore ai 250.000 euro;
  • sono esonerati dalla tenuta del libro giornale e degli inventari;
  • dai registri previsti per l'imposta sul valore aggiunto;
  • scritture ausiliarie;
  • dalla redazione dell'inventario e del bilancio;
  • dalla redazione del registro dei beni ammortizzabili;
  • dai registri per le imprese minori o gli esercenti attività di lavoro autonomo;
  • dalla fatturazione e registrazione delle fatture di vendita;
  • dalla registrazione delle fatture di acquisto;
  • dall'emissione e registrazione dei corrispettivi.

Esercizio dell'opzione

Comunicazione

Ufficio SIAE competente per territorio

Termini

Prima dell'inizio dell'anno solare (indipendentemente dall'esercizio) per cui ha effetto l'opzione

Modalità di tenuta dei documenti

Modalità

Le fatture emesse e le fatture di acquisto devono essere numerate progressivamente per anno solare e conservate

IVA

da applicarsi con le modalità di cui all'articolo 74, sesto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633.

Ires

il reddito imponibile è determinato applicando all'ammontare dei proventi conseguiti nell'esercizio di attività commerciali il coefficiente di redditività del 3 per cento e aggiungendo le plusvalenze patrimoniali.

Art. 74 co. 6 D.P.R. n. 633/1972

Riferimento all'IVA sugli incassi con applicazione dell'abbattimento di:

  • 1/3 cessione di diritti di ripresa televisiva e trasmissione radiofonica;
  • 50% per tutte le altre attività (C.M. 7 settembre 2000 n. 165)

Il versamento va effettuato trimestralmente tramite modello F24 entro il giorno 16 del secondo mese successivo al trimestre di riferimento (senza applicazione di interessi) utilizzando i codici tributo "6031", "6032", "6033" e "6034".

In evidenza: Percentuale di abbattimento IVA per le prestazioni di sponsorizzazione
L'articolo 19 del D.Lgs. 21 novembre 2014 n.174 (decreto semplificazioni) è intervenuto sull'articolo 74 c.6 del D.P.R. 633/1972 uniformando la forfettizzazione in misura pari al cinquanta per cento dell'imposta relativa alle operazioni imponibili sia sulle prestazioni di pubblicità che di sponsorizzazione, anche per evitare problematiche interpretazioni sulla distinzione delle due casistiche che talvolta potrebbero generarsi.
L'IRAP

Le associazioni sono assoggettate ad IRAP indipendentemente dalla qualifica di ente commerciale o non commerciale in base al presupposto che sono soggette all'imposta le attività autonomamente organizzate dirette alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi.

Relativamente alla determinazione dell'imponibile possiamo distinguere:

Regime contabile

Determinazione dell'imponibile

Enti non commerciali che svolgono solo attività istituzionale

  • La base imponibile dell'imposta è costituita dall'ammontare delle somme relative a prestazioni di lavoro di qualunque tipo.

Enti non commerciali che svolgono anche attività commerciale (in regime non forfetario)

  • Per le attività commerciali, per le quali si seguono le regole di determinazione proprie delle società commerciali;
  • per le attività non commerciali, per le quali si segue il "metodo retributivo".

Enti non commerciali che svolgono anche attività commerciale (in regime forfetario)

  • Dal reddito d'impresa determinato forfetariamente;
  • dall'ammontare delle retribuzioni del personale dipendente;
  • dall'ammontare dei compensi spettanti ai collaboratori coordinati e continuativi o a progetto;
  • dall'ammontare dei compensi per prestazioni di lavoro autonomo occasionale e di quelli erogati in relazione a prestazioni di attività commerciali non esercitate abitualmente.

REGIME PER CASSA DAL 01.01.2017

Gli enti associativi non lucrativi che non sono obbligati ad adottare il regime di contabilità ordinaria possono scegliere, salvo validità dei presupposti, regimi contabili e fiscali semplificati di diversa natura.

Dal 01.01.2017 per gli enti associativi diventa naturale il nuovo regime di contabilità semplificata meglio definito come regime per cassa, affiancandosi ai regimi forfettari di cui alla L.398/1991 e all'art.145 TUIR.

Con il regime per cassa il reddito imponibile viene determinato tenendo conto delle date degli incassi e dei pagamenti. In tal senso viene riformato il previgente regime contabile semplificato con la modifica dell'art. 66 TUIR e sull'art. 18 del D.P.R. 600/1973 con l'introduzione dell'art.1 comma da 17 a 23 della L.232 dell'11 dicembre del 2016.

Applicabilità dell'art.1 comma da 17 a 23 della L.232 dell'11.12.2016.

ENTI

Regimi applicabili

Associazioni e fondazioni

Regime forfettario di cui all'art.145 TUIR (opzione)

Regime per cassa (naturale)

Società Sportive dilettantistiche

Regime forfettario di cui alla L.398/1991 (opzione)

Contabilità ordinaria (naturale)

REGIME PER CASSA

Imposte sui redditi

Il regime per cassa è il regime “naturale” per i soggetti giuridici ammessi alla contabilità semplificata viene quindi sostituito il regime per competenza.

Componenti positivi e negativi assumono rilievo al momento dell'incasso

presupposti

Enti non commerciali dotati di partita IVA che nell'anno precedente non abbiano superato l'ammontare per i proventi commerciali pari a :

  • € 400.000 – attività aventi oggetto prestazioni di servizi
  • € 700.000– attività aventi oggetto cessioni di beni

Aspetti contabili (attività di impresa)

Tenuta dei registri rilevanti ai fini fiscali:

- Registri IVA

- Registro beni ammortizzabili (può essere sostituito dalle annotazioni sul registro IVA acquisti)

- Registro cronologico ricavi percepiti

- Registro cronologico spese sostenute

Nota bene: i ricavi percepiti e le spese sostenute devono essere annotate in forma analitica e cronologicamente con indicazione di importo, generalità di chi effettua o riceve il pagamento, estremi della fattura o di altro documento emesso. I componenti di reddito diversi dai ricavi percepiti e dalle spese sostenute possono essere annotati nei registri cronologici entro il termine di presentazione della dichiarazione dei redditi.

NOTA BENE: i soggetti esonerati dagli adempimenti IVA sono esclusi dagli obblighi di tenuta dei registri.

Registri IVA integrati

In alternativa ai registri cronologici dei ricavi percepiti e delle spese sostenute possono essere utilizzati i registri iva a condizione che:

-Le operazioni non soggette a registrazione IVA siano iscritte separatamente dalle operazioni soggette

-Venga riportato l'importo complessivo dei mancati incassi o pagamenti ( e i relativi riferimenti) se l'incasso e il pagamento non sia avvenuto nell'anno di registrazione

Regime di registrazione

- Opzione vincolante per un triennio.

- Possono essere tenuti i registri iva senza le annotazioni relative agli incassi e pagamenti con obbligo di separata annotazione delle operazioni non soggette a registrazione ai fini IVA. Ai fini della semplificazione si presume che la data di registrazione dei documenti coincida con quella in cui è intervenuto il relativo incasso o pagamento.

Determinazione del reddito di impresa per attività commerciale fino al 31.12.2016

Determinazione del reddito di impresa per attività commerciale decorrente dal 01.01.2017

Ricavi e proventi conseguiti

Spese documentate sostenute

Valore normale dei beni destinati al consumo personale o familiare dell'imprenditore

Proventi derivanti dagli immobili che non costituiscono beni strumentali per l'esercizio dell'impresa

Plusvalenze e sopravvenienze attive

Minusvalenze e sopravvenienze passive

Ammortamenti

Perdite di beni strumentali

Accantonamenti di quiescenza e previdenza

Deduzioni forfettarie (autotrasporti-agenti commercio)

+

-

+

+

+

-

-

-

-

-

Ricavi e proventi percepiti

Spese sostenute

Valore normale dei beni destinati al consumo personale o familiare dell'imprenditore

Proventi derivanti dagli immobili che non costituiscono beni strumentali per l'esercizio dell'impresa

Plusvalenze e sopravvenienze attive

Minusvalenze e sopravvenienze passive

Ammortamenti

Perdite di beni strumentali

Accantonamenti di quiescenza e previdenza

Deduzioni forfettarie (autotrasporti-agenti commercio)

+

-


+


+

+

-

-

-

-

-

Modello EAS

Per usufruire delle agevolazioni fiscali, gli enti non profit devono trasmettere il cd. modello EAS, contenente dati e notizie rilevanti ai fini fiscali.

L'adempimento è stato introdotto al fine di combattere l'evasione e l'elusione d'imposta che potrebbe esistere nell'uso distorto delle agevolazioni previste per il settore non profit. La prima scadenza era prevista per il 30 ottobre 2009. Successivamente a tale data il modello va presentato entro 60 giorni dalla data di costituzione.

Qualora ci siano variazioni di dati comunicati, l'associazione ha l'obbligo di rinviare il modello entro il 31 marzo dell'anno successivo.

Il modello deve essere presentato sono in modalità telematica.

Riferimenti

Normativi

  • Legge, 11 dicembre 2016, n. 232 art. 1 comma da 17 a 23
  • D.Lgs. 21 novembre 2014, n.174
  • D.L. 29 novembre 2008, n. 185
  • D.P.R. 10 febbraio 2000, n. 361
  • D.Lgs. 4 dicembre 1997, n. 460
  • Legge 6 febbraio 1992, n. 66
  • D.L. 30 dicembre 1991, n. 417

Giurisprudenza

  • Cass. civ., sez. I, 23 giugno 2009, n. 14612

Prassi

  • Agenzia delle Entrate, Circolare 1° dicembre 2009, n. 51/E
  • Agenzia delle Entrate, Circolare 29 ottobre 2009, n. 45/E
  • Agenzia delle Entrate, Circolare 9 aprile 2009, n. 12/E
  • Agenzia delle Entrate, Circolare 31 ottobre 2007, n. 59/E
  • Agenzia delle Entrate, Risoluzione 13 marzo 2002, n. 86/E

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