Amministratore di sostegno: chiariti i termini per l’applicazione della nuova competenza del tribunale
18 Giugno 2025
La vicenda traeva origine dall’ordinanza con cui il tribunale di Brindisi richiedeva d’ufficio il regolamento di competenza, ritenendo che il reclamo proposto avverso il decreto del giudice tutelare il 14.11.2023 e depositato il 24.11. 2023 - con il quale il g.t. aveva disposto la revoca dell’amministratore di sostegno e aveva contestualmente nominato altro amministratore - fosse di competenza della Corte d’appello di Lecce e non dell’adito tribunale di Brindisi. La Corte d’appello aveva ritenuto di non essere competente sul rilievo della natura di giurisdizione volontaria del procedimento e dell’applicabilità allo stesso dell’art. 473-bis.58 c.p.c., in quanto procedimento proposto successivamente al 28 febbraio 2023. Il tribunale avanti al quale era stato riassunto il giudizio, reputava non condivisibile la conclusione della Corte d’appello, ostandovi la disposizione transitoria di cui all’art. 35, comma 1, d.lgs. n. 149/2022. Il tribunale osservava che il reclamo era stato proposto avverso il decreto del giudice tutelare attinente alla fase gestoria del procedimento di amministrazione di sostegno aperto nel 2012 e, dunque, regolato dall’art. 720-bis, comma 2, c.p.c. e conseguente di competenza della Corte d’appello in applicazione del criterio interpretativo enunciato nella sentenza delle Sezioni Unite civili n. 21985/2021. I giudici di legittimità hanno respinto il ricorso per regolamento di competenza affermando la competenza del tribunale di Brindisi. La Corte ha ritenuto che l’art. 35, comma 1, d.lgs. n. 149/2022 - (Disciplina transitoria) -, alla luce del principio di cui all’art. 5 c.p.c., giustifichi l’interpretazione secondo la quale la competenza per il reclamo vada individuata nel tribunale e non più nella Corte d’appello per tutti i decreti del giudice tutelare emessi all’esito di un procedimento instaurato dopo il 28 febbraio 2023, anche se nell’ambito di un’amministrazione di sostegno aperta in epoca precedente. La conclusione diversa prospettata dal tribunale di Brindisi e dal PG non tiene conto del carattere duraturo dell’istituto dell’amministrazione di sostegno e della funzione strumentale dei vari segmenti procedimentali che lo caratterizzano e che si esauriscono con i decreti via via emessi dal giudice tutelare o dal giudice dell’impugnazione. Tale soluzione - hanno osservato ancora i giudici - non trascura neppure quanto affermato dalla giurisprudenza in relazione all’art. 35, comma 1, d.lgs. n. 149/2022, e cioè che tale disposizione, nel disporre che il citato decreto si applica ai procedimenti instaurati dal 28 febbraio 2023, è esplicazione del principio generale della perpetuatio iurisdictionis, secondo cui il processo civile è regolato nella sua interezza dal rito vigente al momento della proposizione della domanda, poiché il principio tempus regit actum, in forza del quale lo ius superveniens trova immediata applicazione in materia processuale, si riferisce ai singoli atti da compiere, isolatamente considerati, e non all’insieme delle regole sistematicamente organizzate in vista della statuizione giudiziale, altrimenti violandosi il principio di irretroattività della legge, contenuto nell’art. 11 disp. prel. c.c., di cui lo stesso art. 5 c.p.c. è espressione (Cass. civ. n. 32365/2024). I suddetti principi generali sono applicati alla disciplina procedimentale attraverso la quale si attua la tutela sostanziale dell’amministrazione di sostegno tenendo conto della durata dell’istituto e assicurandola allo stesso modo a prescindere dal momento di apertura della procedura. |