Assenza del servizio di salvataggio: il padre è responsabile se la figlia affoga mentre lui è lontano
13 Giugno 2025
Il comune non è responsabile per l'annegamento in mare di una bambina se il padre a cui era affidata è distratto e lontano dal luogo dell'evento. Lo dice la terza sezione civile della Cassazione con la ordinanza n. 15457 depositata lo scorso 10 giugno. Il Tribunale di Lecce rigettava la domanda, rilevando che il tragico evento non era ascrivibile a responsabilità del Comune, bensì a responsabilità esclusiva del padre della minore, che si era intrattenuto a conversare con un amico all'ingresso della spiaggia - in un punto che non consentiva di avere sotto controllo visivo le due minori - omettendo di vigilare sulle stesse, che si erano tuffate in mare da sole, senza la supervisione di un adulto, con la conseguenza che la figlia minore, poco abile nel nuotare, era annegata, non essendo valsi a salvarla i soccorsi apprestati grazie all'intervento di due bagnanti che avevano allertato i bagnini del vicino stabilimento balneare, nella persistente assenza del padre che era sopraggiunto al richiamo dalla amica della figlioletta, mentre erano già in corso i tentativi per rianimare quest'ultima. Per individuare le condizioni che avevano avuto efficacia causale del tragico evento e valutare la sussistenza del nesso di causalità, le Corti hanno fatto applicazione del principio della cd. "causa prossima di rilievo", costituita nella fattispecie da un atto di volizione libero, consapevole ed autonomo di un soggetto (il padre della vittima) dotato di capacità di agire, quale, appunto, quello di "abdicare" all'adozione delle cautele del caso, a tutela delle minori, idonee a scongiurare situazioni di pericolo per queste ultime; ed hanno conseguentemente considerato «causa assorbente ed esclusiva il comportamento negligente del ricorrente, perché idoneo a escludere la rilevanza della condotta omissiva tenuta dal Comune, caratterizzata dalla mancata osservanza delle prescrizioni previste dalla ordinanza di sicurezza balneare (n. 37/2013), che prevedeva, a carico dei Comuni, l'obbligo di garantire, per i tratti di litorale destinati alla libera fruizione, un servizio di salvataggio, analogamente a quanto previsto per i gestori di strutture balneari e spiagge attrezzate, e, in caso di mancato apprestamento di tale servizio, l'obbligo di rendere nota all'utenza la mancanza dei servizi minimi mediante specifica cartellonistica da apporre in modo visibile sia lato strada che nei pressi della battigia, avente specifiche dimensioni e riportante la dicitura “Attenzione balneazione non sicura per mancanza di servizio di salvataggio”». La decisione presa dai giudici d'appello, veniva ancora contrastata dal ricorrente, il quale insisteva nella tesi difensiva secondo la quale obbligo primario posto a carico della P.A. proprietaria della spiaggia libera fosse proprio quello di assicurare un servizio di salvataggio in loco, che, ove esistente, avrebbe potuto impedire che l'evento mortale si verificasse, e che l'apposizione della cartellonistica indicante l'assenza del servizio di salvataggio fosse prevista, invece, come adempimento succedaneo a quello primario. Ma l'argomentazione difensiva prospettata, pure presa in esame dalla Corte leccese, non risultava idonea a superare le conclusioni cui è pervenuta la decisione impugnata. A tanto la Corte di merito ha aggiunto che un servizio di salvataggio, anche se esistente, non avrebbe in ogni caso potuto esonerare il ricorrente dall'adempimento dei suoi doveri di vigilanza e custodia delle minori a lui affidate. Nel caso de quo, secondo i Supremi Giudici, la condotta imputabile all'odierno ricorrente è gravemente negligente ed inescusabile, per aver lasciato incustodite due minori sulla spiaggia, non curandosi di vigilare sulle stesse al fine di evitare che potessero tuffarsi in mare, e dunque, secondo la Corte di Cassazione, è evidente che tale condotta costituisce causa determinante ed esclusiva dell'evento che ne è derivato, tale da togliere qualsiasi rilevanza al contegno omissivo del Comune rispetto alla serie causale successivamente innescata. |