Mutamento della domanda nel rito semplificato di cognizione
17 Giugno 2025
La mutatio libelli operata dal ricorrente è inammissibile, in quanto operata in violazione della disciplina processuale di cui all'art. 281-duodecies, comma 4, c.p.c. Si reputa difatti che tale mutatio libelli poteva al più essere operata dal ricorrente alla prima udienza, o quale extrema ratio, con la scadenza del primo termine ex art. 281-duodecies c.p.c., ove il ricorrente ne avesse chiesto l'assegnazione, ma non già all'udienza di precisazione delle conclusioni, dedicata alla fase conclusiva e decisionale del processo. Diversamente ragionando, infatti, si determinerebbe un gravissimo ed inaccettabile vulnus al diritto del contraddittorio delle controparti, che non potrebbero più difendersi e svolgere prove rispetto a tale mutatio. La soluzione di rimettere in termini le controparti per svolgere le loro difese, a sua volta, comporterebbe la regressione del processo, che è un effetto incompatibile con il principio - di rilevanza costituzionale - della ragionevole durata del processo, anche rafforzato dai principi di speditezza e concentrazione posti dall'art. 1 della legge n. 206/2021, c.d. Legge Delega Cartabia. |