Così ricostruita la fattispecie posta alla sua attenzione, il giudice adito si pone il problema del rispetto dei criteri di competenza territoriale così come definiti dall'art. 4, d.lgs. n. 28/2010 e le conseguenze derivanti dal deposito della domanda di mediazione innanzi ad un organismo territorialmente incompetente.
Al riguardo, la dottrina e la giurisprudenza si sono interrogate sulle sorti della domanda di mediazione proposta innanzi ad un organismo avente sede in un luogo non corrispondente a quello che sarebbe il foro competente.
A ben vedere, nessun problema si è mai posto laddove la domanda di mediazione venga proposta innanzi ad un organismo incompetente previo accordo delle parti, in quanto, già subito dopo la riforma del 2013, la dottrina e la giurisprudenza hanno avuto modo di affermare, argomentando dall'art. 28 c.p.c., che, mancando un'espressa indicazione da parte del legislatore, al criterio di competenza di cui all'art. 4 citato non è possibile attribuire natura inderogabile, con la conseguenza che deve ritenersi sempre ammissibile la possibilità di deroga (M. Vaccari, Il rebus della competenza territoriale dell'organismo di mediazione nell'epoca “del fare”: una proposta di soluzione, in Judicium.it; in giurisprudenza, Trib. Milano, 29 ottobre 2013).
Oggi tale indirizzo è stato recepito anche dal legislatore della riforma che ha modificato l'art. 4, espressamente affermando che «La competenza dell'organismo è derogabile su accordo delle parti». Le parti possono pertanto rivolgersi, con domanda congiunta, ad altro organismo (Cass. civ., sez. VI, 2 settembre 2015, n. 17480, cit., si v. Trib. Torino 10 giugno 2022; Trib. Foggia 19 luglio 2021; Trib. Napoli 14 marzo 2016; Trib. Milano 26 febbraio 2016; Trib. Milano, 29 ottobre 2013, tutte in 101mediatori.it).
Merita di essere precisato che se l'accordo derogativo della competenza territoriale del giudice comporta lo spostamento della competenza anche dell'organismo di mediazione non è vero il contrario, giacché l'accordo derogatorio della competenza territoriale dell'organismo di mediazione mantiene ferma la competenza territoriale del giudice salvo che nella clausola di mediazione le parti abbiano inteso derogare espressamente anche alla competenza del giudice eventualmente competente in caso di fallimento del tentativo di mediazione.
Nell'eventualità in cui la domanda sia presentata su iniziativa della sola parte attrice, la quale convenga la controparte innanzi ad un organismo territorialmente incompetente, deve ritenersi che la comparizione di quest'ultima innanzi all'organismo comporti l'accettazione della scelta dell'istante e, quindi, la formazione di un accordo tacito in tal senso. Qualora la parte scelga di non comparire davanti all'organismo «incompetente», il giudice non potrà considerare il suo comportamento quale argomento di prova ai sensi dell'art. 116, comma 2, c.p.c., «perché la “incompetenza” dell'organismo è idonea a integrare il “giustificato motivo” della mancata comparizione» (D. Dalfino, Mediazione civile e commerciale, Bologna, 2022, 152).
Di conseguenza, nel caso di fallimento del tentativo di mediazione, il giudice non potrà dichiarare improcedibile la domanda, qualora venga prodotta in giudizio idonea documentazione comprovante la sottoscrizione dell'accordo derogatorio della competenza; al contrario, laddove tale accordo manchi, la domanda di mediazione presentata unilateralmente dinanzi ad un organismo che non è territorialmente competente non produce effetti e deve essere dichiarata improcedibile, con la conseguenza che il giudice successivamente adito deve dichiarare improcedibile la domanda giudiziale per mancato esperimento del procedimento di mediazione (Trib. Foggia 19 luglio 2021, nonché le altre decisioni citate supra).
Peraltro, anche laddove la mediazione si svolga con modalità telematiche ai sensi dell'art. 8-bis, d.lgs. n. 28/2010 occorre comunque rispettare il criterio di competenza territoriale di cui all'art. 4 cit., in quanto si tratta di una mera modalità di svolgimento della mediazione che, effettivamente, annulla qualsiasi difficoltà pratica legata alla sede, ma non legittima un surrettizio spostamento della competenza del rito reale secondo i delineati i criteri normativamente previsti (Trib. Grosseto, 29 novembre 2022). Pertanto, una volta scelto l'organismo sulla base del criterio di cui all'art. 4, il procedimento di mediazione avrà «luogo» presso la piattaforma telematica posta a disposizione dall'organismo prescelto.
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